Ho già detto che la mia classe

è la mia classe. Accusatemi di gelosia, di possessività, accetto le critiche. Ma vi rispondo. Negli anni si sono avvicendate accanto a me colleghe di ogni sorta. Brave o meno esperte. Volenterose o lavative. Disponibili o immediatamente pronte a tornarsene da dove erano venute (in malattia ovviamente, ergo pagate) lasciando me in balia degli eventi, sguarnita, a fare i salti mortali per non lasciare indietro il programma. I bambini mi hanno sempre supportata. Una magia, con loro. Perché anche a sette anni hanno capito tutto, questi piccoli ometti, E se snasano che c’è una difficoltà e che tu remi con loro, hai già vinto. Questo per dire che quando mi si affianca la docente che ha voglia di collaborare io ci lavoro, ci diamo le pacche sulle spalle e persino i gimme five, non nasco ostile. Diverso è quando arriva lo scansafatiche. Quello che non è il suo mestiere, insegnare. Io non faccio l’istruttrice di salsa portoricana solo perché la ballo, bisogna sapere trasmettere, essere comprensibili, umili. Mi ripeto, lo so, ma quando vedo che la mia classe arranca, io mi trasformo. E un po’ antipatica lo divento. Il collega si vende bene, è furbo. Questo mi infastidisce ulteriormente. Si insinua, non so se capite il personaggio. Burlone coi bimbi, affabulatore con le mamme. Girovaga per l’istituto con quell’aria sicura di sé, è confusivo durante le lezioni, inconcludente. Quando gli faccio notare qualcosa mette subito le mani avanti dicendo ‘Ogghei ogghei non voglio far polemica’. Al che rispondo che non c’è proprio nessuna polemica, sto solo parlando.

Ieri una collega gli ha fatto presente che in mensa si sparecchia e lui ha risposto che se pensava che la sua classe fosse tremenda bastava essere espliciti. Primo, ‘sua’ cosa. Secondo, la ‘mia’ classe è fantastica. Terzo la collega, che conosco bene, non ha mai detto, né pensato, una cosa del genere.

Qualcuno si lamenta, che il programma è fermo, che non stanno imparando nulla. Purtroppo abbiamo in classe molti stranieri, non tutti i genitori riescono ad essere così attenti perché oberati da mille altri problemi. Confido in una sommossa. Paziento perché altro non posso fare, al momento.

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26 pensieri su “Ho già detto che la mia classe”

  1. Che disastro … tipo pericoloso … agisci. Meglio sola che mal accompagnata. Qualche strategia con Les enfant? Qualche combutta con sommossa? Martina lancialo. Prima ero certa che dovesse integrarsi adesso penso che voglia approfittarsi … Ogghei ogghei di maroni 😦!

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    1. Si, questo è furbo. Sembra il padrone della scuola. E non fa un beato c…. tutto il tempo. Io aspetto, confido che le cose vengano a galla. Non posso creare scompiglio, non posso sempre essere accusata di essere disfattista. Per ora osservo. Intanto studio.

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  2. Non so se permettermi di dire qualcosa, perché tu ci lavori e lo conosci sicuramente meglio di me e di chiunque legga il tuo blog. Ma hai pensato a buttarla sulla simpatia? Può darsi che lui ti senta ostile, anche se ne hai tutti i motivi, a quanto pare, e reagisca così per difesa. Offrigli magari un caffè e prova a coinvolgerlo, a fingere di chiedergli un consiglio, anche se non ne hai bisogno… Magari si addolcisce un po’ e diventa più collaborativo. Fallo per i bambini, non per lui.

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    1. Porca miseria, questa lettura è un ottimo consiglio. Saggio, intelligente, adulto. Peccato che non mi venga. Non ce la faccio. Non ce la faccio proprio. Il problema non è che lui non collabori con me, lui non sa fare il suo mestiere, in classe. Non produce, non sa insegnare, non sa spiegare. E invece si vende benissimo. Fa il simpaticone con le bidelle, quello super interessato con le mamme, quello che parla di partite a calcio coi bambini. Ma questo va bene in un villaggio turistico, non a scuola. Non a scuola, oggi.

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      1. Ecco, forse è questo. Per fortuna nel mio istituto, la maggior parte delle docenti sono come la sottoscritta, questa scuola era ridotta in frantumi. Le nostre battaglie l’hanno rimessa in piedi e adesso abbiamo il pienone ogni anno, che dobbiamo mandare via gli iscritti in altre sedi.

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  3. Quando si ha a che fare con le persone ostili è sempre un bel problema… maggiormente lo diventa quando la persona ostile e quotidianamente presente nell’ambito lavorativo. Anni addietro capitò anche a me una situazione del genere seppur in 7n ambito differente, inizialmente ero incavolata e spiazzata allo stesso tempo, poi però sono andata al contrattacco ed ho fatto esattamente ciò che ti suggerisce Raffa ebbene, non ci crederai lui piano piano si è sciolto, ha compreso che non ero una nemica dalla quale diffendersi e sai com’è andata a finire? Siamo diventati pappa e ciccia, siamo arrivati al punto che bastava che ci guardavamo per comprenderci al volo. Ancora adesso, pur non lavorando più insieme siamo in contatto e di tanto ci sentiamo anche in chat.

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    1. Siete donne sagge e adulte. Io sono solo arrabbiata e scocciata. Non lo reggo. Lo so, avete ragione, ma io non lo reggo. >Non voglio che sia simpatico con me, ne uscirci a mangiare la pizza, vogliko che non mi rovini la classe, che insegni italiano, che si faccia comprendere, che mi faccia lavorare sodo gli alunni. Questo non lo fa, non lo sa fare e non ha nessuna umiltà per impararlo.

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  4. Non è facile con ragazzini stranieri in classe anche perché potrebbero avere problemi di comprensione linguistica. Però l’intelligenza dei bambini credo sia abbastanza uniforme, e plasmabile dall’insegnamento. Voi insegnanti sapete certamente come fare, anche se immagino non sia semplice.

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