#colloqui bimestrali e disgrafia

A distanza. Con la sala da pranzo in grandiente sfocato per la famiglia e la parete bianca per la docente, che se è in classe coi colleghi, ha anche la mascherina. Ergo non si capisce quasi nulla. Abbiamo superato la voce che arrivava in ritardo e le connessioni lente, ma la comunicazione è comunque poco lineare.

I genitori di oggi sanno tutto. La maestra, nulla. Sanno anche com’è il figlio in classe. E questo ha del fantascientifico. Non discuto sulla bontà delle affermazioni, ma all’interno di un gruppo le dinamiche cambiano e i bambini rivestono ruoli diversi, rispetto a quello consolidato che hanno in casa con voi. Chi è timido, tale rimane, ma potremmo notare un disagio maggiore, oppure una voglia di osare, che va premiata e che magari con i fratelli, viene meno. In poche parole ascoltateci. Potremmo sbagliare, ma abbiamo esperienza e buon senso.

Oggi ho spiegato per la decima volta a due genitori che Andrea è disgrafico, con dei tratti di disprassia. Non ce la fa con la motricità fine. Va analizzata la questione, da un esperto. E’ intelligente, sveglio, bravo, ma ha bisogno di esercitare la manualità nel piccolo. Ha una grafia illeggibile, non rispetta i quadretti né gli spazi, è disorientato da qualsiasi richiesta che presupponga l’uso di un piccolo strumento, per esempio la matita. Andrea ha un problema. Suggeriamo al padre di fargli avvitare piccole cose, aiutarlo a gonfiare la bicicletta, alla mamma di coinvolgerlo nel cucinare e nell’impastare, ma comunque di indagare. La risposta piccata è che anche lei, a suo tempo, era disordinata. Che lei gliela fa ricopiare, la pagina. Purtroppo il piccolo Andrea potrà un poco migliorare, ma non ce la fa. Non è disordinato, non è svogliato, non riesce proprio ad essere ordinato. La richiesta lo disorienta e lo mette in ansia. Ci prova, e noi lo vediamo, ogni giorno. Non riesce. Dateci fiducia, ogni tanto credeteci. Vogliamo il bene dei vostri ragazzi.

34 pensieri su “#colloqui bimestrali e disgrafia”

  1. Non comprendo se certe risposte provengono dall’incapacità di intelligenza oppure il volere negare l’evidenza!!! Se io fossi un genitore e la maestra m’informa di anche un ipotetico problema di mio figlio, principalmente ringrazierei e successivamente correrei a gambe elevate a portare mio figlio da un esperto e fare tutti gli accertamenti del caso!!!

    "Mi piace"

  2. Negare l’evidenza è un po’ come ammettere di vergognarsi nel vero senso della parola di avere un figlio con delle problematiche… questo è grave per quanto riguarda un atteggiamento negativo da parte dei genitori perché quei problemi non si potranno mai risolvere se non si prendono in tempo. Mi dispiace che ci siano ancora genitori così ottusi di mentalità,😞 mio figlio era dislessico alle elementari non mi sono offeso risentita anzi sono corse ripari e oggi questi problemi lui non li ha più sono ancora grata a quell’insegnante che se ne è accorta… E pensa che in quel periodo l’ho portato anche a fare dei corsi di calligrafia… tu pensa quella maestra come era stata attenta in euro tempo ad associare la difficoltà di usare una penna… con la dislessia … 😀

    "Mi piace"

      1. Esperienza della mia vita. Non ho avuto diciamo la stessa fortuna quando andavo all’elementari io… O forse avevo dei genitori un po’ troppo poco attenti ai tempi. Forse le insegnanti non sapevano valutare bene. La ragazza intelligente ma non si applica… Questa condizione non mi si è mai più scollata di dosso. Se qualcuno si fosse preso la briga di darmi una mano… Oggi con ogni probabilità sarei un veterinario di quelli da fama mondiale. Buona giornata Martina

        "Mi piace"

  3. Genitori che non vogliono ammettere che il figlio ha un problema quando glielo dice un esperto.
    Genitori che pagano sedicenti esperti per certificare un problema che in realtà non c’è e che potrebbe essere risolto con un po’ più di impegno.
    Posso dire: “siamo all’assurdo” oppure verrò censurato come qualcuno che non è del settore e quindi non può esprimere una sua opinione?
    Come i pazzi… Non ti invidio, anzi, hai tutta la mia ammirazione!

    "Mi piace"

  4. I genitori partono sempre prevenuti.
    E nel caso della “disgrafia”, la tua segnalazione viene vista quasi come una offesa, come se fosse una malattia.
    Ma non è una malattia, è solo una condizione, che potrebbe portare a disturbi di apprendimento. Il tuo è un consiglio, se loro capiscono fanno il bene del figlio, mica il tuo.
    Brava a dirglielo.

    "Mi piace"

  5. E’ un dato di fatto che qualsiasi segnalazione di un problema dei figli non viene accettata, purtroppo più di tanto anche voi non potete fare se invece di ringraziare e provvedere per cercare di risolvere si offendono!

    "Mi piace"

  6. Ci vedo tristezza in questo post, non la tua, non mi permetto di entrare sotto la pelle tua.
    Ma nel senso. Dover spiegare ai genitori che una maestra vuole bene al proprio figlio presuppone due sicurezze di fatto: che ci sono genitori che diffidano da chi è e sarà per loro il ricordo di “come si fa”, “come si è”; dall’altro non ci sono insegnanti che fanno sì che si possa insegnare. Magari più bravi a controllare che la memoria non inganni la paginetta letta, invece di altro.
    Forse quello come te potrebbero cambiare la scuola. Ammesso che i genitori capiscano anche questo.

    "Mi piace"

  7. Per essere stata, a mio tempo, disgrafica, sono sollevata di leggere d’insegnanti pronti ad evocare e a parlare di queste problematiche! Grazie davvero. I Maestri di Sostegno e gli Psicoterapeuti possono aiutare tanto, cambiare tutto. Ma vanno consultati per tempo.

    "Mi piace"

Lascia un commento